L’unità locale di Milano si occupa del tema degli abiti in una prospettiva pragmatista. Indaga prevalentemente la tradizione americana che parte da Peirce, dove la questione dell’habit ha una rilevanza di tipo sia semiotico, sia pragmatista, sia cosmologico, e prosegue con altri pragmatisti del Novecento: James, Dewey e Mead. Nella loro prospettiva transdisciplinare la nozione di habit è posta al centro di una serie di riflessioni che si intrecciano con tematiche attualmente di grande rilevanza legate alla biologia, all’evoluzione umana, così come alle scienze cognitive e sociali. Nella stessa linea si può collocare anche la filosofia di Whitehead, che si interroga sul processo di genesi ed evoluzione degli abiti filosofici e scientifici in rapporto al senso comune.
La nostra attenzione è anche rivolta alle tradizioni continentali nei loro intrecci con la prospettiva pragmatista. Qui il pensiero che viene studiato è quello delle pratiche: esercizi filosofici che divengono abiti in trasformazione nell’ottica di Pierre Hadot, studioso degli antichi, pratiche discorsive e pragmatiche del sé in Foucault, pratiche immanenti di creazione concettuale in Deleuze. Sarà data attenzione anche alle riflessioni di Bruno Latour, che ha recuperato il concetto di habit da James e l’ha originalmente svolto in connessione al tema della relazione.